Orientamento
Mai come in questi ultimi anni si è parlato di orientamento e mai come in questi ultimi anni risulta così difficile. Viviamo in una società complessa, fluida, in cui i problemi globali non possono essere disgiunti dai problemi del contesto quotidiano locale. Come afferma E. Morin “La sfida della globalità, dunque, nello stesso tempo una sfida di complessità. In effetti, c’è complessità quando sono inseparabili gli indifferenti componenti che costituiscono un tutto (come quella economica, quella politica, quella sociologica, quella psicologica, quella affettiva, quella mitologica) e quando c’è un tessuto interdipendente, interattivo e inter-retroattivo tra le parti tutto e il tutto e le parti. Gli sviluppi caratteristici del nostro secolo della nostra era planetaria ce ne mettono di fronte, Sempre più spesso sempre più ineluttabilmente, alle sfide della complessità.”
Attualmente i cambiamenti sono continui e l’individuo è chiamato a destreggiarsi in una giungla continua di richieste di scelta, le capacità di autodirezione e di autoregolazione sono fondamentali, tali capacità richiedono volontà, motivazione, decisione, valutazione e strumenti idonei per l’azione.
Zimmerman (1989) definì una persona autoregolata come una persona che possiede una forte motivazione, che si prefigge obiettivi realizzabili, che usa strategie efficaci e che è in grado di rivedere il tutto in itinere.
La persona autoregolata deve possedere competenze in ambito metacognitivo, emotivo-affettivo, motivazionale, volitivo, sociale e cooperativo.
Gli elementi che possono aiutare la creazione di una persona autoregolata e autodirezionata sono: apprendimento attivo, insegnamento-ponte, progettazione per competenze e formazione continua.
I processi educativi formali dovrebbero portare le persone ad assumersi responsabilità progettali e a essere capaci di gestire la propria esistenza durante tutto il corso della vita.
L’autodirezione e l’autodeterminazione sottostanno ad ambiti di scelta, di controllo di senso e di valore, necessitano di forte motivazione, richiedono monitoraggio, valutazione e autovalutazione
Per far diventare prassi un tipo di orientamento autodiretto e autoregolato si impone la necessità di utilizzare strumenti diagnostici che permettano il confronto tra le dimensioni cognitive e metacognitive, affettive e motivazionali, volitive e conative, rapportate alle competenze strategiche riferite all’io-sé, alle competenze strategiche relazionali e comunicative, alle competenze strategiche riferite al compito d’apprendimento o al lavoro professionale. La scuola dimentica spesso che l’individuo è composto da diverse dimensioni di eguale importanza ed educabili, tali dimensioni devono procedere in sintonia e di pari passo per evitare possibili squilibri.